Guidelines for the Management of Stable Ischemic Heart Disease

Joel M. Gore, MD, Published in Journal Watch Cardiology, December 19, 2012

Queste linee guida hanno lo scopo di aiutare i pazienti con cardiopatia ischemica stabile (IHD) ed i loro medici a sviluppare strategie efficaci per la cura, tra cui l’istruzione, l’identificazione e il trattamento di condizioni che possono peggiorare o complicare IHD, la modificazione dei fattori di rischio e insegnare le terapie basate sull’evidenza.

1.In tutti i pazienti, la gestione della malattia dovrebbe inizialmente concentrarsi sull’eliminazione comportamenti non salutari (ad esempio, fumo) e l’adozione di uno stile di vita sano che comprende il controllo del peso, attività fisica e una dieta sana.

2.L’educazione del paziente è di fondamentale importanza e dovrebbe includere la compliance ai farmaci, i livelli di esercizio, auto-monitoraggio, e l’identificazione di un peggioramento dei sintomi (Classe I).

3.La modificazione dei fattori di rischio: in aggiunta alla terapia dietetica, tutti i pazienti devono ricevere statine (da moderate ad alte dosi) a meno che non esistono controindicazioni (Classe I). Pazienti con pressione arteriosa 140/90 mm Hg dovrebbero ricevere terapia antipertensiva (Classe I). Rosiglitazone deve essere evitato per il trattamento del diabete nei pazienti con cardiopatia ischemica stabile (classe III). Tutti i pazienti devono impegnarsi in 30-60 minuti di intensità moderata attività aerobica almeno 5 (preferibilmente 7) giorni alla settimana (Classe I). Tutti i pazienti dovrebbero cercare di raggiungere o mantenere un indice di massa corporea tra 18,5 e 24,9 kg/m2 (Classe I). Tutti i pazienti devono smettere di fumare ed evitare il fumo passivo (Classe I).
Le seguenti terapia sono di alcun beneficio provato per la riduzione del rischio cardiovascolare: la terapia estrogenica sostitutiva, vitamina C, vitamina E, o beta-carotene, la terapia chelante, aglio, selenio e cromo (III classe).

4.La terapia medica per prevenire infarto del miocardio (MI) e la morte comprende: aspirina, 75-162 mg al giorno, o clopidogrel in pazienti intolleranti all’aspirina (Classe 1), beta-bloccanti per 3 anni dopo un infarto del miocardio o sindrome coronarica acuta (Classe I ), un ACE-inibitore o antagonista del recettore dell’angiotensina in tutti i pazienti con ipertensione, diabete, o del ipertrofia del ventricolo sinistro (LV) disfunzione sistolica Classe I).
Un vaccino antinfluenzale annuale (Classe I).

5.La terapia medica per alleviare i sintomi includono: un beta-bloccante come terapia iniziale (Classe I), calcio antagonisti nei pazienti che non tollerano i beta-bloccanti (Classe I), nitroglicerina sublinguale o spray nitroglicerina per alleviare i sintomi acuti (Classe I).

6.La rivascolarizzazione è raccomandata per prevenire MI e morte nei pazienti con stenosi 50% del dell’arteria coronaria principale. Il by-pass aorto-coronarico (CABG) è preferito (Classe I), ma l’intervento coronarico percutaneo (PCI) è un’alternativa accettabile (Classe IIa).
Il CABG si raccomanda inoltre di migliorare la sopravvivenza nei pazienti con malattia dei tre vasi tra cui il prossimale dell’arteria discendente anteriore sinistra, sia CAGB o PCI è raccomandato nei sopravvissuti di morte cardiaca improvvisa (Classe I).

7.La rivascolarizzazione è consigliata per alleviare i sintomi nei pazienti con almeno una stenosi significativa e angina inaccettabile che persiste nonostante la terapia medica (Classe I).

8.Il follow up periodico dovrebbe avvenire almeno una volta all’anno e deve includere la valutazione dei sintomi, funzione clinica, complicanze, fattori di rischio, e l’adesione a uno stile di vita e la terapia medica (Classe I). la funzione ventricolare sinistra non deve essere valutata nella routine di follow-up a meno che nuovi sintomi o peggioramento sono presenti (classe III). La tomografica computerizzata angiografia coronarica non deve essere utilizzata per valutare arterie coronariche native con nota calcificazione da moderata a grave (classe III). Studi di imaging non devono essere eseguiti a intervalli di meno di 5 anni dopo CABG o meno di 2 anni dopo la PCI (Classe III).

Commento: L’obiettivo del trattamento efficace della cardiopatia ischemica stabile è quello di ridurre la morte prematura e di ridurre l’infarto miocardico non fatale, massimizzando la salute del paziente. Chiaramente, un approccio unico non è corretto in ogni circostanza clinica, la cura deve essere personalizzata, e queste linee guida faciliteranno i ben informati ad un processo decisionale corretto. Il messaggio é che i pazienti con cardiopatia ischemica stabile richiedono un monitoraggio regolare e devono essere istruiti a contattare gli operatori sanitari con qualsiasi variazione dei sintomi.