INFORTUNIO NELLO SPORT : CAUSE E PREVENZIONE

 

Molti sport di squadra, tra i quali il calcio, prevedono diverse attività motorie durante il tempo di gioco: cammino, salto, sprint e la corsa che raramente seguono una traiettoria lineare. La corsa con cambi di direzione costituisce una delle modalità principali con la quale si muove un giocatore durante una partita. Tale gesto viene ripetuto in competizione con elevata frequenza necessitando di repentine decelerazioni ed accelerazioni; sembrano essere gli effetti della componente di decelerazione a determinare un incremento del potenziale per gli infortuni [Lakomy, 2004].

Uno studio dell’Università di Bochum, in Germania, ha dimostrato l’incidenza degli infortuni a livello economico sui bilanci di importanti società calcistiche nazionali, sottolineando anche la necessità di un programma di allenamento alternativo che abbia tra i primi obiettivi anche quello della prevenzione. La metodologia da utilizzare per la prevenzione degli infortuni è una dei nodi più importanti affrontati dagli staff tecnici. E’ stato recentemente dimostrato che la maggior parte degli infortuni in calciatori professionisti è concentrata sugli arti inferiori e che un quarto dei traumi alle ginocchia non è dovuta ad un contatto diretto con l’avversario [Junge et Dvorak, 2004].

Si tratta quindi di impegnarsi ad individuare una metodologia basata sulle esperienze pratiche che maturano quotidianamente sul campo e perciò, non inquinata dalla pressione emotiva e culturale esercitata da una teoria della coordinazione motoria.
In fase di allenamento è importante quindi poter sottoporre le articolazioni a carichi elevati, ma con azioni e movimenti che siano simili al gesto che l’atleta effettuerà in competizione, nel rispetto del principio di specificità dell’allenamento.

INFORTUNI NEL CALCIO

E’ stato visto che il gioco del calcio conta molti più infortuni di quanti si possono riscontrare in un campo di hockey, pallavolo, basket, judo, boxe, rugby: la loro incidenza durante una partita di calciatori professionisti è tra i 13 e i 35 ogni 1000 ore di gioco, un livello che corrisponde ad uno stop ogni 0.8-2 partite [Giza et al., 2003].
Come dimostrano le cifre, il problema è piuttosto emergente nelle società calcistiche, non soltanto per quanto riguarda la performance della squadra, ma anche per i costi che gravano sui loro bilanci.

Nonostante si è di fronte ad uno sport che non risparmia il contatto giocatore-giocatore pur di avere in campo l’esplosività della squadra, la prima causa di infortunio non è il contatto diretto con l’avversario: la lesione in seguito a collisione risulta essere infatti il 41% dei casi, mentre il restante 59% rappresenta i casi indipendenti dallo scontro a uomo.

Uno studio ha dimostrato che i fattori che maggiormente possono predisporre agli infortuni in ordine decrescente sono: la vita stressante dell’atleta (vita fuori dallo sport), la mancanza di adeguato tempo di recupero dopo infortuni precedenti, il tipo di allenamento in particolare con sollecitazioni che non corrispondono all’esercizio durante le partite.
CONCLUSIONE

In conclusione per ogni genere di attività sportiva, l’ideale per ogni atleta é un comportamento nella vita quotidiana che tenda a ridurre gli stress sia fisici sia psichici, importante porre attenzione a rispettare i tempi di recupero dopo un infortunio di qualsiasi genere ed infine seguire degli allenamenti che siano sempre più simili alla specifica attività sportiva .
In particolare per i giochi di squadra come calcio, hockey, basket, l’allenamento con cambi di direzione potrebbe sollecitare le articolazioni ed i muscoli in modo adeguato per preparare la muscolatura e le articolazioni alla stagione agonistica .

La redazione