Archivi categoria: Gastroenterologia

Crohn’s disease management after intestinal resection: a randomised trial

Peter De Cruz, PhD, et al., The Lancet 23 12.2014

La maggior parte dei pazienti con malattia di Crohn hanno bisogno di una resezione intestinale, ma la maggior parte successivamente necessitano di ulteriori interventi chirurgici a causa di recidive. Questo studio ha lo scopo di individuare la strategia ottimale per prevenire le recidiva di malattia postoperatorie.

In questo studio randomizzato, sono stati considerati pazienti in 7 centri in Australia e Nuova Zelanda sottoposti a resezione intestinale per malattia di Crohn macroscopica, che hanno ricevuto 3 mesi di terapia con metronidazolo ed hanno un anastomosi endoscopicamente accessibile .
I pazienti ad alto rischio di recidiva hanno anche ricevuto una tiopurina, o adalimumab se intolleranti a tiopurine. I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a gruppi paralleli: colonscopia a 6 mesi (per la cura attiva) o no colonscopia (terapia standard).
L’endpoint primario era la recidiva endoscopica a...

Hypertension Treatment Shouldn’t Be Tailored to Patient Adiposity

Bruce Soloway, MD Reviewing Franklin SS and Weber MA., Lancet 2014 Nov 4;

In una meta-analisi dei vari regimi antipertensivi, l’indice di massa corporea non ha influenzato l’efficacia.

 

L’ipertensione è molto più comune nei pazienti obesi che in quelli magri e la sua fisiopatologia potrebbe differire a seconda della adiposità.

Recenti studi hanno suggerito che l’efficacia di alcuni farmaci antipertensivi per prevenire i principali eventi avversi cardiovascolari (ACV), varia a seconda del  peso del paziente (NEJM JW Gen Med 21 marzo 2013). Per valutare questa ipotesi, i ricercatori hanno esaminato svariati  dati  di paziente, tra cui l’indice di massa corporea (BMI). Hanno considerato  22 studi (> 135.000 pazienti) in cui i ricercatori hanno confrontato regimi antiipertensivi versus placebo o confronti tra farmaci antipertensivi . L’efficacia comparativa è stata analizzata nei sottogruppi di pazienti...

Probiotics, Prebiotics, and Synbiotics for Irritable Bowel Syndrome

Allan S. Brett, MD Reviewing Ford AC et al., Am J Gastroenterol 2014 Oct 109:1547

Alcuni pazienti con sindrome dell’intestino irritabile (IBS) usano la terapia probiotica (ingestione di microrganismi vivi o attenuati ). Alternative ai probiotici sono i prebiotici (ingredienti alimentari non digestible che stimolano la crescita o l’attività dei batteri intestinali) e simbiotici (combinazioni di prebiotici e probiotici). In questa meta-analisi, i ricercatori hanno esaminato l’efficacia di queste sostanze nei pazienti con IBS o costipazione idiopatica cronica. Per IBS, la percentuale di pazienti con miglioramento generale dei sintomi è stata significativamente maggiore con probiotici che con placebo (44% vs. 27%) in 23 studi clinici. Per la stipsi cronica idiopatica, la frequenza di evacuazione è aumentata con probiotici (3 studi) e simbiotici (2 studi), ma non con i prebiotici (1 studio).

Commento: la  terapia con probiotici sembra essere utile per...

Risk and Adverse Effects of Energy Drink Consumption

Risks are particularly elevated when heavily caffeinated drinks are mixed with alcohol.

Thomas L. Schwenk, MD, Published in Journal Watch General Medicine, January 3, 2013

Il consumo di bevande energetiche che contengono caffeina, è aumentato drammaticamente negli Stati Uniti, da 2,3 milioni di bevande nel 2005 a 6 milioni di bevande nel 2010.
Da un terzo alla metà degli adolescenti e giovani adulti hanno consumo regolare di bevande energetiche, quasi la metà dei militari statunitensi dispiegati all’estero segnala l’uso quotidiano di queste bevande.
Il contenuto di caffeina abituale di queste bevande è di 80 a 140 mg, ma alcune ne hanno fino al doppio. Visto che sono commercializzati come integratori alimentari, sono esenti dalla maggior parte dei regolamenti.
Una sola tazza di caffè, che contiene circa 100 mg di caffeina, si traduce in un livello ematico di 1 a 2 mg / mL. Ricercatori svedesi hanno identificato 20 morti correlate a...

Low-Dose Carvedilol for Primary Prophylaxis of Variceal Bleeding

More evidence supporting use of carvedilol (but at a lower dose) for managing varices — this time in patients who do not respond to propranolo

Atif Zaman MD, MPH , published in Journal Watch Gastroenterology; January 25,2013

Articolo originale
Reiberger T et al. Carvedilol for primary prophylaxis of variceal bleeding in cirrhotic patients with haemodynamic non-response to propranolol. Gut 2012

Studi precedenti dimostrano che il Carvedilolo, un beta-bloccante non selettivo con effetto di anti-alfa1-adrenergica, è più efficace del propranololo nella riduzione della pressione portale (Hepatology 2002; 36:1367) e più efficace della legatura elastica endoscopica nel prevenire un primo episodio di sanguinamento da varici (Hepatology 2009; 50:825) nei pazienti con cirrosi. Tuttavia, la tipica dose fissa di 12,5 mg è associata con ipotensione arteriosa, rendendo il suo uso a lungo termine discutibile. Inoltre, la sua efficacia nei pazienti che non...