Bambini e attività fisica : competizione o divertimento?

 

Recentemente una giovane Texana di sei anni ha corso 21 Km in 2 ore e 47 minuti.La sua impresa ha di fatto fatto esplodere il vecchio record dei piccoli maratoneti suscitando scalpore per l’impresa e ammirazione da parte del mondo sportivo e non solo.
Dal punto di vista etico , per contro bisogna pensare a tutti i sacrifici che questa bambina ha dovuto sopportare per allenamenti , diete e altro ancora a discapito delle cose che normalmente fanno i bambini a quell’età. Bisogna pure interrogarsi sul ruolo dei genitori nelle scelte dalla bambina e quindi se c’é stato o meno una forzatura mentale per arrivare ad ottenere risultati così eccezionali da rendere famosa la bambina ma di riflesso anche i genitori. Non dobbiamo nemmeno dimenticare l’impatto di un’attività fisica così intensa su l’apparato muscolo schelettrico della piccola atleta.
Per contro stiamo vivendo una situazione mondiale completamente all’opposto dove l’attività fisica in particolare dei bambini é in forte diminuzione con l’apparizione di un’ epidemia d’obesità tanto che le previsioni dell’OMS sono allarmanti tanto da far pensare addirittura per la prima volta ad un inversione della curva di longevità .
Dobbiamo tener conto del fatto che un bambino abituato a fare attività fisica é molto probabile che diverrà un adulto che farà sempre dell’attività fisica quindi il ruolo dei genitori di insegnare / imporre una certa attività fisica ai loro figli resta fondamentale .
La domanda é fino a dove bisogna o é lecito spingersi. Se per rispondere a questa domanda teniamo conto esclusivamente dell’aspetto fisico , ossia quanta attività é consentita per classe d’età al fine di non nuocere all’apparato muscolo scheletrico, possiamo anche trovare delle risposte nella letteratura medico scientifica in grado di soddisfare questa nostra richiesta, per contro molto più difficile sapere se psichicamente é giusto sottoporre i bambini a sport con scopo fortemente agonistici e competitivi oppure se questo poi porterà a disturbi per la loro crescita psicologica.

Un bambino che inizia a dare segni di fatica , modifica il suo umore e diminuisce il suo rendimento scolastico é da considerare la riduzione immediata del suo carico di attività fisica. Il bambino pensa sempre all’attività fisica in funzione di quella agonistica per cui non sarà mai lui stesso a denunciare il suo stato di stanchezza .

Come ultimo punto bisogna sottolineare come un attività fisica diversificata soprattutto per quel che riguarda i bambini nella fase pre adolescenziale sia la più indicata . Non bisognerebbe mai concentrare le forze fisiche e psichiche di un bambino in un solo sport ma é necessario diversificare : il nostro cervello ha bisogno di cose differenti per crescere meglio .

La redazione